I Romani
I ROMANI NON DEDICARONO MOLTA ATTENZIONE ALLE CONDIZIONI AMBIENTALI DELLA MAREMMA, DOPO AVER CONQUISTATO LE PIU’ CELEBRI CITTA’ ETRUSCHE: POPULONIA, VETULONIA E ROSELLE.
Dopo il fiorire della grande Civiltà Etrusca, sopraggiunse il declino a causa del sempre maggior interesse romano nei riguardi di tutta l’area della Maremma. Tra il IV e III secolo a.C., una serie di campagne militari condusse Roma a prendere possesso delle principali città etrusche. La romanizzazione del litorale maremmano fu piuttosto lunga e laboriosa, e in un primo momento portò i suoi frutti. Nel 273 a.C. sorse la città di Cosa, nonostante alcuni importanti centri come Populonia, Vetulonia e Roselle (il centro etrusco di prima importanza, conquistato nel 296 a.C.) venissero distrutti nel corso della guerra civile tra Mario e Silla, altrettanti subirono notevoli miglioramenti, tanto da diventare luoghi prediletti dai romani (soprattutto per le famiglie nobili) per la pratica del cosiddetto Otium – la cura dello spirito e dei piaceri del corpo – nelle numerose ville marittime corredate da impianti termali che vi costruirono nel corso del I secolo. Con Augusto, sempre nel I secolo a.C., l’area prese il nome di Regio VII e divenne nevralgica per i rapporti commerciali con il nord della penisola. Per questo Roma potenziò la rete stradale, tracciando la Via Aurelia lungo il mare e la Via Clodianell’entroterra.
IL PASSAGGIO DEI ROMANI IN MAREMMA È BEN VISIBILE NEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI ROSELLE E NELLE STUPENDE VILLE ALL’ISOLA DEL GIGLIO, GIANNUTRI, SCANSANO, ANSEDONIA E CAPALBIO.
Tuttavia il benessere di quest’area non durò a lungo: i Romani non dedicarono molta attenzione alle condizioni ambientali del territorio maremmano e ben presto la natura prese il sopravvento. La Maremma si inselvaticava (e impaludava), i boschi si sostituivano ai campi curati, il bestiame e l’allevamento all’agricoltura. La manutenzione delle vie consolari e dei canali venne definitivamente abbandonata, le spiagge diventarono di difficile attracco; zone che divenendo poco salubri tendevano a spopolarsi. A questa situazione di abbandono si aggiunsero le invasioni barbariche e gli assalti dei pirati, costringendo le popolazioni a rifugiarsi sui colli più impervi e più adatti alle fortificazioni, abbandonando del tutto la fascia costiera alle acque malsane e alla malaria. Il blocco commerciale e la desolazione delle antiche vie di comunicazione romane spegnevano le ultime tradizionali sopravvivenze di attività mineraria. Nel panorama di desolazione e abbandono l’attività degli ordini monastici permetteva la sopravvivenza di alcune oasi di civiltà . Prende così forma il quadro di decadenza in cui la Maremma versava in tarda età imperiale.Â
Risorse sui Romani in Maremma
- Museo Archeologico e d’Arte della Maremma – Situato nel centro storico di Grosseto, presenta una notevole collezione di reperti archeologici romani, legati al periodo della romanizzazione dei territorio maremmani.