ARCIDOSSO, UN PICCOLO BORGO MEDIEVALE SITUATO SULLE PENDICI DEL MONTE AMIATA,
È UN LUOGO RICCO DI STORIA, CULTURA E BELLEZZE NATURALI.
Il borgo è circondato da secolari boschi di castagni e punteggiato da antiche pievi, chiese e villaggi ricchi di tradizioni e arte.Il borgo di Arcidosso ha origine intorno all’860 d.C., anche se non rimane esclusa una genesi molto più antica. Il nome deriva dai termini latini “arx” e “dossum”, che significano “fortezza” e “dosso”. Il castello, o rocca, venne infatti edificato dagli Aldobrandeschi e fu poi preso d’assedio nel 1331 dalle milizie senesi di Guidoriccio da Fogliano, che conquistò il borgo e lo assorbì nei domini della Repubblica di Siena. Nel 1559, Arcidosso fu annesso al Granducato di Toscana. Il borgo è noto per la sua eterogeneità geografica, sociale e architettonica. Si trova a 679 metri di altitudine, all’interno del settore boscoso della provincia di Grosseto, e conta poco più di 4.000 abitanti. Il territorio è caratterizzato da montagne, vallate e pianure maremmane.
Cosa Vedere a Arcidosso
Il centro storico di Arcidosso è dominato dalla Rocca Aldobrandesca, un’imponente fortezza medievale. Altre attrazioni includono il Teatro degli Unanimi, il più antico teatro della provincia di Grosseto, e vari palazzi storici come il Palazzo Giovannini Banchini e il Palazzo Ferrini Amati. Le mura medievali del borgo, organizzate in una doppia cinta, rappresentano il sistema difensivo originale del paese. Arcidosso è anche famoso per la figura di David Lazzaretti, noto come il “profeta dell’Amiata”. Lazzaretti fu un visionario, predicatore, eremita e promotore della Chiesa giurisdavidica, che venne ucciso nel 1878, insieme ad alcuni suoi accoliti, durante una violenta repressione della loro pacifica processione. Sul Monte Labbro, si trova la Torre Giurisdavidica, tutto ciò che resta della religione fondata da Lazzaretti.
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Una volta arrivati, ci sono molte cose da vedere e fare. Si può visitare la Rocca Aldobrandesca, passeggiare per le strade lastricate del centro storico, ammirare le chiese medievali come San Niccolò e San Leonardo, o esplorare le riserve naturali del Monte Labbro e del Monte Amiata. Inoltre, Arcidosso ospita numerosi eventi culturali durante l’anno, tra cui il famoso festival “Autunno Amiatino”. Il borgo di Arcidosso offre ai visitatori la possibilità di visitare il castello Aldobrandesco, un polo museale che comprende quello del Medioevo e delle Arti e delle Culture orientali, quello dedicato al Cristo dell’Amiata, e con le sue tante chiese, un incommensurabile patrimonio religioso. Il paese si trova alle pendici del monte Amiata e nel suo territorio sono collocati Bagnoli, Montelaterone, Salaiola, San Lorenzo, Stribugliano, Zancona e Macchie. Tra i luoghi di massimo interesse ambientale e naturalistico Arcidosso offre il monte Labbro e il Parco Naturalistico del monte Amiata. Il Castello appartenne ai Conti Aldobrandeschi fin dal 1080, anche se il sito era stato fortificato già nella seconda metà del X secolo da Ugo di Tuscia, Marchese di Toscana per conto di Ottone I imperatore. La storia di Arcidosso ruota intorno alle fortune della famiglia Aldobrandeschi e della sua disfatta per opera della Repubblica di Siena, che conquistò il Castello nel 1331 con Guidoriccio da Fogliano. Siena stabilì ad Arcidosso uno dei suoi undici Vicariati e, dopo la sua sconfitta nel 1559, il paese venne sottomesso ai vincitori, i Medici di Firenze, che vi posero anche la sede di un Capitanato di Giustizia. La vocazione turistico-culturale ha portato Arcidosso a valorizzare l’imponente patrimonio delle varie epoche, come il seicentesco contadino-poeta Giovan Domenico Pèri o il grande riformatore religioso e sociale David Lazzaretti, la cui vicenda finì tragicamente nel 1878. Sul colle che sovrasta il viale David Lazzaretti vi è il Monumento ai Caduti (1928), sacello in peperino dedicato ai caduti di tutte le guerre. Percorso l’ottocentesco Corso Toscana, sulla sinistra si giunge alla Porta di Castello che introduce al percorso verso la Rocca Aldobrandesca. In basso, scendendo per la scalinata che costeggia la canonica, troviamo la Chiesa di S. Niccolò (1144), spoglia al suo interno, ma con due altari in peperino, di epoca secentesca, un crocifisso ligneo, una statua policroma della Madonna Addolorata e una pregevole acquasantiera in peperino. Dalla Porta dell’Orologio si scende nel Terziere di Codaccio incontrando la romanica Chiesa di San Leonardo (1188), edificata dagli abati di San Salvatore, interessante al suo interno per i cinque maestosi altari in peperino e tele del panorama pittorico secentesco con Vanni, Nasini, pittori di scuola fiorentina, una tela del S.S Sacramento del Neroni nell’unico altare in legno intagliato, una tavola quattrocentesca di scuola senese e due statue lignee di San Processo e Sant’Andrea. Alla fine di via Talassese, addossata alle mura, si trova la Chiesa di Sant’Andrea (XII secolo) al cui interno nell’unico altare in peperino (1635) campeggia un crocifisso coevo in carta pesta e, sulla parete di sinistra, una pittura murale con la Vergine in trono e il bambinello. Continuando, fuori dal centro storico, si raggiunge il Santuario della Madonna delle Grazie o Incoronata, preceduto da una imponente scalinata, con testimonianze rinascimentali nel colonnato e barocche negli altari, tracce di affresco quattrocentesco della Madonna della Carità, un pregevole stendardo di Ventura Salimbeni con la Madonna della neve e la Vergine Assunta, tele di Giuseppe Nicola Nasini e una tavola quattrocentesca di scuola senese.
LE MAGGIORI ATTRAZIONI
Ad ampia fruizione turistica sono alcune importanti strutture quali il Centro visite del Parco faunistico dell’Amiata, il Museo di David Lazzaretti, il Museo Medievale ed il MACO – Museo di arte e cultura orientale negli edifici del Castello, il Parco faunistico e Merigar, uno dei principali centri della Comunità Dzog-chen Internazionale (il suo nome significa “Residenza della Montagna di fuoco”).
COME ARRIVARE A ARIDOSSO
Per raggiungere Arcidosso, si può prendere l’autostrada A1 fino all’uscita Chiusi-Chianciano Terme, poi seguire la SS2 Cassia in direzione Siena fino a Paganico, e infine prendere la SP160 in direzione Monte Amiata. In alternativa, è possibile prendere il treno fino a Grosseto e da lì un autobus per Arcidosso.