EREDI DI DINASTIE SELVATICHE, I BUTTERI DELLA MAREMMA, ULTIMI TESTIMONI DI UN MONDO DI SAPORI E TRADIZIONI FORTI, PROTAGONISTI DI SFIDE E BALDANZE NELLE GIOSTRE DEI VILLAGGI E DI DURO, CONTINUO, SOLITARIO LAVORO, CON ACCANTO GLI UNICI VERI COMPAGNI DI VITA: I CAVALLI.
Ibutteri sono i pastori a cavallo, i mandriani, tipici della Maremma Toscana e Laziale, la cui giornata, specie nel passato, non era certo da invidiare da un punto di vista qualitativo. I butteri non sapevano davvero cosa fosse la paura, ma conoscevano benissimo la macchia. Non avevano timore di trascorrere la loro vita nella solitudine e negli intrichi delle scopaie, in sella all’inseparabile Cavallo di Razza Maremmano, tra i miasmi degli acquitrini, nelle boscaglie popolate dai cinghiali, esposti ai freddi venti invernali, o al calore delle torride giornate estive, sopravvivendo di povere zuppe contadine, di scarsi compensi, molto spesso sfruttati, e stando sempre in arcione dall’alba al tramonto, in una terra che appariva difficile, ostile, ingrata, in quella che i canti di un tempo definivano Maremma Amara. I butteri, o bestiai, come si chiamavano tra di loro, lavoravano tutta la giornata, caracollavano nei territori delle grandi tenute maremmane, convogliavano le mandrie verso i mandrioli, catturavano le bestie con il laccio, si incaricavano di marcare i bovini, di scrinare i cavalli, di domarli. La sera si riunivano tutti insieme intorno al fuoco per mangiare la polenta (o altri piatti poveri maremmani come l’acquacotta) e organizzarsi per il lavoro del giorno seguente.
IL BUTTERO È UN NOME CHE DERIVA DAL LATINO “BOUM-DUCTOR”, CONDUCENTE DI BUOI O DAL GRECO “BÙTEROS” DOVE “BUS” VUOL DIRE BUE E “TORÒS”, SIGNIFICA PUNGOLO.
I compiti dei butteri erano spesso anche altri: a volte si trattava soltanto di sorvegliare i capi al pascolo, o di indirizzarli verso pascoli migliori, ma in altri casi (soprattutto durante l’inverno) dovevano anche provvedere ad alimentare con un po’ di foraggine le mandrie affamate. I butteri non indossavano tenute da concorso ippico: indossavano ruvidi pantaloni infilati negli stivali, cosciali di pelle di cinghiale o di capra, camiciotti di flanella, giacche di fustagno alla cacciatora con grandi tasche; si proteggevano la testa, la faccia, gli occhi (dalle frustate dei rovi, dalle piogge battenti e dalla polvere) con larghi cappellacci muniti di sottogola. Tenevano appesa alla sella la lacciaia, stringevano le briglie a mazzetto con una mano e con l’altra reggevano un bastone a uncino, quando non impugnavano la doppietta. La loro fama di ottimi e spericolati cavalieri, la loro vita silenziosa, dura, solitaria, la loro presenza per secoli in una terra che per molti aspetti è ancora selvaggia, rendono la figura del buttero il simbolo più autentico e insostituibile della Maremma Toscana e Laziale di ieri e di oggi.
I Butteri nel Parco Naturale Regionale della Maremma
Oggi la vita dei butteri è rimasta pressoché invariata nel tempo, anche se molto è cambiato nel loro lavoro. Per vederli all’opera basta andare all’Azienda Regionale Agricola di Alberese, che comprende il 40% della superficie del Parco Naturale Regionale della Maremma. In sella ai cavalli di selezionata razza maremmana, i mandriani curano quotidianamente gli allevamenti di tori e vacche dalle lunghe corna, che qui vivono in libertà. Nell’azienda, chi sa montare a cavallo, li può seguire nello svolgimento del lavoro mattutino e osservare i loro abili gesti. I butteri utilizzano l’uncino, un bastone di corniolo terminante con un gancio con cui essi spingono e dirigono le mandrie, accarezzano e scavezzano i cavalli, aprono e chiudono i recinti del bestiame, raccattano i cappelli da terra senza dover scendere mai di sella (la tradizionale scafarda o bardella). Si possono osservare altre fasi interessanti del lavoro come la riparazione dei recinti e degli attrezzi o l’addestramento dei cavalli maremmani. La tradizione ippica è fortissima nella Maremma Toscana e Laziale – molti agriturismi e centri ippici organizzano Corsi di Equitazione per adulti e bambini – e costituisce un elemento irrinunciabile della formazione dei butteri. In primavera si può assistere alla famosa merca, la marchiatura del bestiame e il 15 di agosto si svolgono degli spettacoli (Alberese e Tolfa) in cui i butteri divisi in squadre gareggiano con il lazzo, dando prova della loro bravura e abilità equestri.
I Butteri Maremmani e il Wild West Show di Buffalo Bill
Ci fu un episodio storico in cui la data resta impressa nella memoria: l’8 marzo 1890. Il colonnello William Cody, al secolo Buffalo Bill, eroe del West, giunse in tournée a Roma con il suo circo equestre “Wild West Show” a sbalordire le folle. Negli spettacoli del colonnello si esibirono indiani, cowboys, infallibili tiratori di carabine e di pistola, corrieri del Pony Express ed altri personaggi dell’epopea del West. Il Duca Onorato Caetani di Sermoneta, gran proprietario di mandrie e di mezza Maremma, vide l’esibizione e lanciò una sfida agli americani. William Cody ed i suoi cowboys accettarono di confrontarsi con i butteri della Maremma nella doma di puledri e bufali. Il premio stabilito fu inizialmente di 1000 lire e venne successivamente ridotto dal colonnello Cody a 500. La gara fu vinta di misura dai butteri maremmani e il protagonista della sfida fu il cisternese Augusto Imperiali, che riuscì a cavalcare un indomito cavallo americano, riscuotendo gli scroscianti applausi del numeroso pubblico presente. Buffalo Bill, infuriato per il successo dei butteri maremmani, si rifiutò di accettare la sconfitta contestando l’esibizione e, levando le tende del suo circo il giorno seguente, lascio la tappa romana senza pagare nessuno. Da allora la bravura dei cowboy maremmani è famosa in tutto il mondo e l’umile buttero Augusto Imperiali dell’Agro Pontino (detto Augustarello) è diventato una leggenda, l’eroe di tutti i butteri. L’evento è riportato nelle pagine di cronaca de “Il Messaggero” di allora.
Risorse sui Butteri della Maremma
- Butteri d’Alta Maremma Toscana – L’associazione organizza spettacoli equestri con i butteri della Maremma, e altre manifestazioni nazionali e internazionali. Mantiene vive le tradizioni della Maremma, dei butteri e del cavallo maremmano.